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I sistemi di parcellazione

Alternative Fee Arrangements

L’attività che viene richiesta dal Cliente all’Avvocato è “Time Consuming”.

Senza pretesa di esaustività, i colloqui con il Cliente o la controparte (in studio o fuori studio), le sessioni telefoniche, la trattazione della vertenza, la partecipazione in Tribunale alle udienze, lo studio dei documenti, la redazione di atti, di pareri, di contratti, di lettere o di diffide, nonché di ogni altro atto o documento di cui sia necessaria la redazione, impongono all’Avvocato l’impiego del tempo in forme, quantità e modalità sempre differenti.

Molti Studi Legali, di conseguenza, applicano quale modalità di determinazione del compenso dell’Avvocato la c.d. tariffa oraria, secondo cui l’attività svolta è retribuita sulla base del tempo impiegato per l’esecuzione dell’incarico.

In proposito, però, FLLF ritiene che la tariffa oraria sia ormai incoerente con la professione legale, poiché non è rappresentativa delle prestazioni professionali rese da un Avvocato, il quale offre – nel tempo dell’incarico – una prestazione intellettuale, che dal Cliente deve essere percepita come valore aggiunto, ai fini del conseguimento di un risultato tangibile, e non come tassametro.

La tariffazione oraria è obsoleta, in quanto determina un drastico disallineamento degli interessi tra Cliente e Avvocato:

da un lato, l’Avvocato è “incentivato” a essere lento, poiché più tempo impiega più viene remunerato;
dall’altro lato, il Cliente è spinto a limitare i contatti con il proprio Avvocato, per paura di sostenere maggiori costi.

In altre parole, FLLF reputa che il sistema della tariffa oraria generi un circolo vizioso negativo funzionale solo ad annacquare l’imprescindibile rapporto fiduciario tra Avvocato e Cliente.

FLLF è favorevole a raggiungere degli accordi specifici con il Cliente, vale a dire le c.d. Alternative Fee Arrangements, con cui si possono stabilire – in base ad accordi personalizzati – modalità di calcolo del compenso professionale legate al valore percepito dal Cliente e ai risultati conseguiti, così da riallineare gli interessi di Cliente e Avvocato.

Le Alternative Fee Arrangements piacciono al Cliente perché si caratterizzano per certezza, semplicità e chiarezza e possono essere di volta in volta modellate prendendo spunto da parametri diversi, tra cui (a titolo esemplificativo):

  • il compenso fisso per pratica o fase del progetto e/o dell’incarico professionale;
  • la tariffa oraria, ma con tetto prefissato;
  • il pagamento “a successo” o “a risultato”;
  • l’abbonamento mensile, con contratto di assistenza ad hoc.

Accordo tra Cliente e Avvocato sulla quantificazione della parcella

Il sistema di parcellazione e quantificazione dei compensi degli avvocati ha subito, negli anni profondi cambiamenti ed è ora imperniato sul principio della libera determinazione tra Cliente e Avvocato.

Tale libertà determina, innanzitutto, la possibilità per Cliente e Avvocato di trovare uno accordo specifico sulla parcellazione dell’attività professionale, i cui contenuti e modalità di conseguimento devono essere ispirati ai principi dell’art. 13 della nuova Legge Professionale Forense (L. n. 247/2012), il quale – nei sui aspetti principali – stabilisce che:

il compenso è pattuito oralmente o (di regola) per iscritto all’atto del conferimento dell’incarico professionale, con indicazione della prevedibile misura del costo della prestazione;

è ammessa la determinazione del compenso “[…] a percentuale sul valore dell’affare o su quanto si prevede possa giovarsene, non soltanto a livello strettamente patrimoniale, il destinatario della prestazione”;

è dovuto all’Avvocato il rimborso delle spese, sia in forma forfettaria, sia di quelle effettivamente sostenute, nonché la restituzione degli oneri e contributi eventualmente anticipati nell’interesse del Cliente (es. marche da bollo, contributi unificati, ecc.).

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Tra le modalità consentite per la determinazione del compenso c’è il sistema di tariffazione “a percentuale” o “a risultato”, che è tanto apprezzato dal Cliente, poiché gli consente (magari se privo di importanti mezzi economici) di far valere il proprio diritto di difesa, limitando le anticipazioni di spesa.

Il Cliente che richiede di potersi avvalere della tariffazione secondo detto sistema deve comprendere che l’Avvocato sta decidendo di “rischiare con lui”, ovvero sta accettando – per un lungo periodo – di svolgere la prestazione professionale a fronte di una modesta anticipazione di compenso: ragione per cui, alla fine e in caso di risultato positivo a, è giusta la previsione di un onorario adeguato.

FLLF, riscontrando l’apprezzamento dei Clienti, ha raffinato il sistema di tariffazione a percentuale e ha individuato alcuni elementi essenziali che, sin da principio, devono essere portati a conoscenza del Cliente per assicurarsi la solidità del legame fiduciario:

anche nell’interesse del Cliente, l’accettazione di un lavoro con compenso a percentuale comporta l’effettuazione di una valutazione preventiva sul fondamento della pretesa azionata, per cui non tutte le posizioni sono così tariffabili;
fermo l’inderogabile dovere di diligente compimento dell’attività professionale, il compenso a percentuale non trasforma la nostra attività professionale in un’obbligazione di risultato;

il sistema di tariffazione a percentuale è per noi praticabile, con maggior flessibilità, in certi incarichi di natura stragiudiziale, sussistendo, per gli incarichi di natura giudiziale, tempi lunghi e costi fissi, che meno si prestano ad accordi in tal senso.

I Parametri Forensi per il calcolo della parcella dell’Avvocato

In ogni caso, per agevolare l’accordo tra Cliente e Avvocato sulla determinazione del compenso, il Ministero della Giustizia (con D.M. n. 55/2014) ha individuato dei parametri oggettivi, che oggi sono utilizzati anche dal Giudice per la liquidazione delle spese di lite in sede contenziosa.

I parametri fissati dal Ministero non prevedono – come accadeva una volta – un compenso specifico per le singole attività compiute dall’Avvocato (es. telefonate, riunione, redazione atti, udienze, ecc.), ma classificano le diverse tipologie d’incarico conferito all’Avvocato, sia esso giudiziale o stragiudiziale, prevedendo l’individuazione di precise fasi nelle quali ogni singolo tipo d’incarico può realizzarsi.

E per ognuna di queste fasi è stabilito un valore oggettivo medio di liquidazione, che può essere oggetto di maggiorazione (fino all’80%) o diminuzione (fino al 50%) a seconda delle circostanze concrete dell’incarico (es. natura, complessità e gravità del caso, urgenza della prestazione, ecc.).

Gli oneri accessori

Per il Cliente, in ogni caso, deve essere chiaro che, al compenso professionale pattuito, eventualmente con l’aiuto dei parametri ministeriali, devono essere aggiunti, per legge, degli oneri accessori.

Gli oneri accessori dovuti dal Cliente all’Avvocato sono:

  • gli esborsi (cioè le spese vive documentate e funzionali per l’effettuazione dell’incarico);
  • le spese di trasferta (secondo l’art. 27 del D.M. n. 55/2014);
  • il contributo per le spese generali (che l’art. 2 del D.M. n. 55/2014 ha forfetariamente determinato nella misura percentuale del 15% del c.d. importo imponibile);
  • il contributo previdenziale (C.P.A.) nella misura del 4%;
  • l’I.V.A. nella misura del 22%.




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